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– di Cedric Herrou- *

 

Io vivo nella Valle della Roya, estremo sud francese, valle che ha l’immagine d’un’Europa popolare, umana. La bassa Roya è italiana e l’alta è francese. Noi, abitanti della Roya, passiamo da un paese all’altro senza prestare attenzione alla frontiera. Io non sono né francese né italiano, io sono della Valle della Roya. Lo stato d’emergenza ha avuto un impatto senza precedenti per la nostra valle. Una etnia, dei popoli, una religione, sono stati segnalati da una politica populista, una politica che manipola la massa con la paura dell’altro, la paura delle differenze. Il desiderio di riunirsi: marito, zio, sorelle, cugine amiche… I sogni delle donne, dei bambini, delle famiglie, cacciati dai loro paesi d’origine, dalla dittatura,dalla guerra… rinchiusi, torturati, schiavi in Libia… Sogni e desideri si scontrano tutti con la frontiera Francese. In maggioranza di origine africana, pensavano di essere nel paese dei “saggi”, il paese dei diritti dell’uomo, dove i bambini perduti sarebbero stati accolti. Ebbene no! Arrivati al confine, esausti, spesso feriti dagli ostacoli sulle strade, sono scacciati come cani dall’esercito, dalla polizia.

I bambini non accompagnati devono, secondo la legge francese, essere presi in carico dallo stato francese: ma niente è rispettato, i neri sono privi di qualsiasi diritto! La polizia francese riporta i bambini in Italia, o con il treno senza titolo di trasporto, nascosti alla polizia italiana, o in veicoli comuni, accompagnati da poliziotti in borghese. Quasi 300 testimoni di questi fatti hanno sporto denuncia contro il prefetto delle Alpi Marittime, il Presidente del Consiglio provinciale e il Presidente Regionale. Ma nessuna accusa è stata intrapresa dal Signor Pretre, Procuratore della Repubblica alla procura di Nizza: si rifiuta di ammettere l’ingiustizia, rendendosi complice con la sua inattività della messa in pericolo di questi bambini. La nostra Associazione Cittadina Roya si sente disarmata di fronte a questi uomini che detengono tutti i poteri. Per questi alti funzionari, che rappresentano la più alta autorità, i migranti sono solo numeri, un flusso, delle quote.

Invece, noi abitanti della Roya, li incontriamo e incrociamo i loro sguardi. Sono qui nella nostra Valle e non possono nascondersi senza il nostro aiuto. Non c’è bisogno di stelle gialle, non c’è bisogno di una qualsiasi etichetta per riconoscerle: sono neri, il loro colore indelebile fa di loro un bersaglio, il bersaglio! Sono il problema di ogni cosa: vengono accusati di essere dei potenziali terroristi, di rubare il lavoro dei francesi e di essere qui semplicemente per godere di un sistema sociale.

Il confine è stato ripristinato contro il terrorismo: ora basta pagare 250 euro ad una rete di trafficanti per passare questa frontiera. I nostri politici mantengono uno stato di paura, diffondendo l’idea che l’Europa sarebbe il bersaglio del terrorismo, nascondendo che la stragrande maggioranza degli attentati e dei morti si trova in paesi dove la maggioranza religiosa è musulmana. I musulmani sono le prime vittime di questo abominio . Il terrorismo si costruisce con l’odio, con la stigmatizzazione.

Ed è contro questo che combatto! Contro l’odio, la stigmatizzazione di una razza, di una religione, del colore della pelle. Io rischio otto mesi di carcere per aiutare le persone che sono diventati degli amici. Vorrei precisare da dove vengo: sono nato nella periferie di Nizza, i miei compagni di classe erano neri, gialli, bianchi… Sono stato educato a non dare peso alle differenze della pelle, alla diversità razziale. Ed è questo ciò di cui mi accusano oggi. Di non fare la differenza, di non chiedere i documenti a un ragazzo prima di tendergli la mano. Continuerò finché non mi arresteranno, ad aiutare chi cavolo mi pare con o senza documenti, perché amo la vita e la rispetto. Non cederò alla minaccia, alla pressione, non sarò complice né del silenzio né dell’inerzia.

 

* Cedric Herrou verrà processato il 10 febbraio. Questo documento appare anche sulla sua pagina FB.

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