uomo
Transito davanti agli occhi e vado oltre,
Noto senz’essere notato.
In chi mi guarda passo, non lascio traccia.
Saluto con un cenno un conoscente, percorro gentilissimo il viale
Attraverso la gente,
Intorno hanno da fare.
Il semaforo è assorto nel suo verde spento
E sbuffa e passeggia, leggero spettro, un vento.
Come un sogno maldestro sono presente e imperfetto.
Passato da sempre su strade note, a destra o sinistra, un istinto mi muove.
Cammino nella sera che piove nostalgia, come un alito, un singhiozzo di poesia.
Non c’è modo di annoiarsi.
Osservo le cose e ne leggo di tutto, ipotizzo, ne traggo impressioni:
non memorizzo, conservo.
Sconti all’interno, vedere, chiamare per informazioni garage vista mare,
appartamento sfitto, umore afflitto, monolocale chiuso per lutto,
studentessa ore pasti per colazione, amori in saldo zona stazione,
attività illecita ben avviata cedesi tutto in un’unica rata,
accendini all’ingrosso, un ombrello al minuto
scommesse al dettaglio, un piccolo aiuto.
Sono un perditempo.
“Dio c’è” mormora il muro.
“Chi è?” si chiede un citofono.
Scappo come un bambino.
Sotto l’albero un vecchio in panchina, la partita è finita e ha in faccia un pareggio.
Sorseggio il silenzio.
Seduto accanto a lui mi affanno in compagnia e imparo ad invecchiare,
lamento acciacchi rimpiango anni e conto i danni.
Ma non è ancora tempo di rientrare.
Bisbigli all’angolo, ragazzi in coro, si vende fumo si paga in oro!
Parcheggio anche a pranzo, due chiacchiere omaggio
Il boss neoeletto ha un bar in ostaggio.
Futuro in contanti senza interessi, prezzo da affare i primi sei mesi,
cinque minuti, tre cani, quattro soldi e un bacio, due bagni arredati uso ufficio.
Precedo con cautela le voci dei passanti, cedo il passo, divoro tempo e spazio.
Calpesto distratto un’ombra di donna.
Si volta irritata, “Chiedo scusa!”
Che notte stellata!
Ma è ora di casa.

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