Martini

 

– di Giovanni Gaiera –

Lo chiamo kairòs, tempo di grazia,  la  due giorni dedicata, nel 90° anniversario della sua nascita, al Cardinale (è spontaneo dirlo e scriverlo così secco, senza cognome: perché è stato il  Cardinale, quello che ci ha sempre guidati e preceduti indicandoci nuove ed impegnative strade di comunione e di missione). Uno di quei momenti in cui ringrazi di esserci stato, perché  le emozioni, le passioni e i ricordi che ti hanno suscitato si sono rivelati e si rivelano “aurorali”, capaci cioè di illuminare di nuova luce il tuo presente, perché ti hanno (ri)offerto una chiave di lettura del tuo e nostro passato e fatto intravvedere le bellezze e le sfide del futuro che ci aspetta.

“Io ci sono” è stata chiamata questa due giorni, iniziata con la presentazione di Giustizia, etica e politica nella città – una ponderosa raccolta degli interventi che il Cardinale ha tenuto in tante occasioni del suo Magistero sulla cattedra di Ambrogio e Carlo dal 1980 al 2002, tanto in Milano che in altri luoghi della grande Arcidiocesi di Milano. Riflessioni significative del pensiero del Cardinale sulla città, sui temi della convivenza sociale e dell’etica politica. A parlarne: don Virginio Colmegna, Direttore della Casa della Carità, il luogo di accoglienza e di promozione della cultura della carità voluto dal Cardinale; il Gesuita Guido Bertagna, uno degli animatori di quel laboratorio da brividi che ha fatto da quasi 10 anni incontrare ex-terroristi e parenti delle loro vittime e che è ora condensato nel volume imperdibile “Il libro dell’incontro. Vittime responsabili della lotta armata a confronto” (un laboratorio che ha avuto guarda caso nel Cardinale una delle sue fonti di ispirazione e di incoraggiamento); Guido Formigoni – è solo un’omonimia del cognome, non preoccupatevi ! -, docente di Storia Contemporanea allo IULM e coordinatore della pubblicazione dell’Opera Omnia del Cardinale; Francesco Maisto, Magistrato di Sorveglianza a Milano ai tempi del Cardinale e a lui legato da profonda amicizia. Tra i numerosi contributi video (che si trovano sul sito della Fondazione) val la pena di ricordare quello intenso di don Luigi Melesi, salesiano e per decenni cappellano nel Carcere di San Vittore di Milano, che ha accompagnato il Cardinale nelle numerose visite che ha svolto in carcere, a cominciare da quei 4 giorni consecutivi realizzati nel marzo 1980 e che sono stati significativamente la sua prima Visita Pastorale, da lui fortemente voluta, ad una realtà della Diocesi: don Luigi ha ricordato, visibilmente commosso, anche l’episodio della consegna delle armi al Cardinale, realizzato nel giugno 1983 con la sua collaborazione da alcuni ex-terroristi in clandestinità e deciso insieme ai terroristi reclusi a San Vittore, che avevano trovato in Martini “l’unico interlocutore istituzionale che li aveva ascoltati”.

Mi sono reso ancora più conto, se ce ne fosse ancora bisogno, di avere avuto la fortuna di essere cresciuto insieme a tante/i altre/i dal 1980 al 2002 – e nel 1980 avevo 18 anni ! – in un tempo di grande grazia, un “kairòs” appunto, in cui ho potuto sperimentare, pur nella periferia della Arcidiocesi di Milano, una “ecclesiogenesi”, per dirla con i Teologi della Liberazione ed in particolare con l’amato Leonardo Boff, veramente costruita e ricostruita sulla Parola e sull’intelligenza e sulla azione che è derivata e deriva dalla sua contemplazione. Una primavera ecclesiale unica, che mi ha permesso di sopravvivere senza abbandonare la Chiesa nell’inverno cupo e pesante che in quegli stessi decenni viveva a livello Universale, ed in essa nella maggior parte delle Diocesi e Parrocchie Italiane. Una profezia che – anche di questo sono sempre più convinto – ha contribuito a preparare quell’oggi della “ecclesiogenesi” della Chiesa Universale, che è iniziato da quel prodigioso ed inaspettato “Buonasera” e da quel “Pregate per me”, risuonato in una fresca serata romana il 13 marzo 2013 dalla bocca e dai gesti (e poi dai tanti “segni” che ci ha offerto da allora fino ad oggi) del “Vescovo di Roma venuto dalla fine del mondo”, che “presiede nella carità la comunione delle Chiese” (incredibile la citazione di Ignazio di Antiochia, dissotterata dopo secoli e secoli !) .

Tutto si tiene, nell’esperienza del vento dello Spirito che spariglia e feconda la storia, spesso in maniera imprevedibile ! Vito Mancuso, il noto scrittore, intervistato da Radio Popolare la sera di quel venerdì 31 agosto 2012 in cui morì il Cardinale, lo definì con sintetica potenza “l’incarnazione più bella e intelligente del sogno del Concilio Ecumenico Vaticano II”. Ed è bello allora per non concludere far risuonare lo sguardo profetico del Cardinale sulla città, che da Milano si è esteso e si estende a tutte le città della terra:

“Gesù ci dice dunque: ‘Io sono in voi’, ma ci dice anche ‘Io sono con voi’. Sono con tutti voi, uomini e donne di buona volontà, che la nostra città comprende in numero immenso, incalcolabile. Sono con voi uomini e donne, giovani e anziani, ragazzi, che sacrificate la vostra vita, che vi impegnate in tante forme di servizio, di volontariato. Sono con voi, vi assisto nelle vostre fatiche, vi sostengo con la carica quotidiana di entusiasmo. Sono con voi, Io il Vivente, perché voi viviate e diate vita attorno a voi. E Gesù ci dice ancora una cosa in più: non dice soltanto ‘Sono in voi’ e ‘Sono con voi’, ma ci dice ‘Sono davanti a voi’. Sono il termine, la meta, il fine, l’orizzonte a cui guardare. Sono Io che costruisco la città perenne, la città senza mura, la città della pienezza e dell’amicizia, la città della fraternità, in cui tutti si riconoscono fratelli e sorelle sotto un unico nome e sotto un unico cielo. Sono io che costruisco per l’umanità questa città immensa, il cui architetto è Dio, questa città nella quale tutti si riconoscono in piena amicizia. Sono io che vi precedo con questo ideale di comunione universale, di fraternità cosmica, di cui io sono il primo, il creatore, l’artefice, il sostenitore, il capofila dell’umanità. Questo ci dice Gesù, e ce lo dice per stimolare non soltanto la nostra buona volontà, non soltanto il nostro impegno etico, morale; ma ce lo dice per stimolare la nostra creatività sociale e politica a tutti i livelli. Ce lo dice per stimolare il nostro impegno di fantasia, la nostra capacità di progettare il futuro guardando a Lui che è la pienezza della vita, che ci promette questa pienezza, che già la realizza in una comunione di cuori su tutta la terra, a cui questa sera noi siamo uniti… Maria, madre di Gesù e madre nostra, tu che dall’alto del Duomo vegli su questa città, rendila una città fraterna, una città unita, una città senza mura, una città da cui scompaiano solitudine, violenza e corruzione, e fa’ di ciascuno di noi il costruttore di questa città di pace !” (da “Verso una città unita”, meditazione del Cardinal Martini il Venerdì Santo 20 aprile 1984 nella processione penitenziale con la croce di San Carlo)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here