passaggio

 

 

 

Se è vero che Pesah è Passaggio, c’è un conto che non torna nelle linee di filo spinato, nei muri alzati per stabilire frontiere, nelle rotte della salvezza affidate al caso: decida lui tra sopravvissuti e morti. Se è vero che Pesah è Passaggio -ed è quello che diciamo Pasqua- c’è chi froda ancora la storia alimentando l’odio, la paura, il disprezzo tra popoli e popoli. L’umanità non muore; semplicemente: l’umanità non impara. Ripete gli stessi errori, in un tempo diverso.

Ma se avesse il tempo, un giorno/un giorno soltanto, di leggere la saggezza raccolta nei libri, la sapienza accumulata in millenni di parole e idee; di mettersi all’ascolto dell’arte –di ogni arte- e della natura; di conoscere la vita, profondamente, non rivenduta in pacchetti di esperienze promo.

Se l’umanità avesse questo tempo, si prendesse questo coraggio, direbbe:

Benedetti i passaggi, tutti i passaggi, quelli da terra a terra, quelli da mare a mare. Benedetti i passaggi del deserto, le strade di costa, le vie di montagna; benedetti i sentieri che portano idee da campagna a campagna; benedetto il passaggio che portò il fuoco, quello che condusse la ruota, il passaggio attraverso cui passò la lettera, la parola scritta, il sale, l’unguento, l’uva, l’arancio, il pomodoro. Benedetto il passaggio che ci diede le lenti, prima ancora il passaggio del vetro, benedetti i passaggi delle carovane che portarono storie a chi non ne aveva; benedetti i passaggi da cui transitarono le rivoluzioni, benedetta la strada per cui passò il senso dell’uguaglianza tra gli uomini. Passa il tempo, benedetta un’età che va in un’altra.

Passa ogni cosa, in natura, da uno stato ad un altro. Non c’è Stato che possa fermare un passaggio, atto ControNatura (l’unico, a ben vedere), le barriere.

Benedetti i passaggi che ignorano le frontiere, benedetto chi conduce gente libera da montagna a montagna, benedetto chi lo fece sotto il nazifascismo, benedetto chi lo fa adesso; benedetto chi raccoglie il passaggio dal mare, benedetto chi contravviene alle leggi contrarie alla giustizia e passa il cibo, l’acqua, un soldo a chi non ne ha e offende il decoro. Benedetto chi lascia passare la dignità, perfino dentro a una cella. Benedetti i passaggi che aggirano i muri, benedetti i tunnel che li sfottono, benedette le cesoie che tagliano i fili. Benedetto chi non crede alle menzogne di Governi che hanno bisogno di inventare canaglie per legittimare se stessi.

Benedetto chi non casca nel terrore, chi non abbocca alle bombe, alla retorica dei popoli criminali. Benedetti i boschi, le vie di città, la clandestinità dei liberi per cui passò la nostra Costituzione. Benedetto chi osò passare per bandito, purché la Liberazione passasse. Quel passaggio è il nostro, passa a noi per altra gente, per strade simili.

Benedetto chi lascia passare la fede nell’uomo, nella persona, prima di ogni religione. Benedetto chi sa che la Storia segue il passaggio del vento, passa per dove vuole; benedetto chi sa che i confini passano: lo dicono semplice semplice le cartine temporali dei libri di scuola. È una lezione che anche i piccoli sanno. Benedetti i passaggi, tutti i passaggi, è da lì che veniamo, senza esclusioni. Benedetto il tempo -pensate se arrivasse- in cui si chiederà Tu da dove vieni?

E si potrà dire, senza aggiungere altro, verità più profonda di ogni altra: Io vengo dal mio viaggio.

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