museo

 

Premessa: Carmelo Malacrino è stato bravo, molto bravo. Ha dimostrato di poter essere un buon direttore museale. Se anche i più critici possono imputargli, a volte, la realizzazione di alcune mostre temporanee assolutamente non all’altezza di un museo nazionale, ce ne sono state alcune di ottimo livello, tra cui Nomisma. Reggio e le sue monete. Comunque piccole imperfezioni, nell’insieme di un lavoro difficile e compiuto, fin qui, con notevolissimi risultati.  Tra i grandi meriti di Malacrino  quello di avere aperto il Museo al territorio, luogo di un certo confronto e dibattito culturale, oltre che di aver valorizzato l’impegno dei dipendenti e cominciato a costruire un’idea di identità tutt’altro che facile in una città come Reggio Calabria.

Ciò detto: i suoi meriti non possono essere superiori al Diritto, né a quel principio di legalità cui ricorrono sempre retoricamente gli improvvisati nemici del TAR. Sarebbe interessante, scorrendo uno per uno i nomi di coloro che oggi urlano contro il Tribunale Amministrativo, se abbiano mai fatto un ricorso in vita loro, se si siano mai appellati alla legge per far valere un proprio diritto, soprattutto in un concorso pubblico. Siamo certi di no e che, quindi, possano essere riconosciuti come estremamente coerenti e non antiTAR per una qualche utilità o per vicende personali.

Saremo felici se il Consiglio di Stato darà ragione a Malacrino e agli altri Direttori “decaduti”, ma il compito di un cittadino è quello di essere vicino alla Giustizia e di contestare le leggi inique: sempre e non solo quando ci torna utile. Il TAR agisce sulla base di questioni tecniche: se ha ravvisato qualcosa lo ha fato sulla base di dati oggettivi e non antipatia. La delegittimazione dei giudici è uno sport molto in voga in Italia: se Berlusconi si è distinto in questa pratica, Renzi e i suoi hanno dimostrato palesi doti da fuoriclasse.

Per quanto riconosciamo i meriti di Malacrino e possiamo essergli vicini, dobbiamo esserlo di più alla democrazia e agli organi e alle istituzioni che la garantiscono. In sintesi: noi stiamo con Malacrino, ma anche col TAR. Ci sembra che riconoscere i meriti del Direttore ed esprimergli vicinanza, in attesa del Consiglio di Stato, non possa e non debba in alcun modo pregiudicare il bisogno di tutelare tutti gli organi del nostro ordinamento giuridico.

Dalle prime parole del Ministro Franceschini è parso quasi di ascoltare la rivendicazione di una sorta di diritto alla Nomina Regia, come avveniva un centinaio di anni fa. È da molto tempo che in Italia si gioca a “fare sentire” la necessità di un intervento personale e illuminato per curare le malattie della pubblica amministrazione. È così che si “induce” a desiderare la gestione privata come panacea di ogni male. Sta accadendo con la Scuola, con la Sanità, con l’acqua… Vuoi vedere che accadrà anche con tutti i beni culturali e con i Musei?

Nel frattempo la nuovissima politica renziana, con tutta la pletora di nuovi cortigiani, pare ispirarsi al vecchio principio di Giovanni Giolitti: “ Per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano”. Quando ciò non accade sono urla e stridore di TAR.

 

Il Furibondo

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