È stato il vento che ha portato le quattro giornate a Napoli, che ha soffiato gli scugnizzi per ogni strada dal Vomero alla Sanità, che ha rincorso le bestie nazifasciste da Ponticelli a Materdei, che ha risposto ai cannoni, all’assedio, alla deportazione: è stato il vento che ha mosso la rabbia alla coda di settembre nel ’43, è stato il vento che ha liberato Napoli.

È stato il vento che ha convocato i partigiani a Monte Sole, nel ’44 – Musolesi il Lupo e tutti gli altri – fino all’ultima dolorosa lotta. Quando i fascisti portarono la Divisione Panzer di Reder a macinare i corpi di bambini e donne e vecchi, a rastrellare cascina per cascina l’Italia che non si piegava. È stato il vento a incidere al cimitero di Casaglia le parole nella pietra: Che tutti gli uomini e le donne sappiano vigilare perché mai più il nazifascismo risorga.

È stato il vento che ha pubblicato il Ribelle, giornale clandestino, e che ha sostenuto il volo delle Aquile Randagie e stampato 3000 documenti falsi e condotto contro legge 2166 persone oltre confine. È stato il vento che ha portato il giuramento: noi resisteremo un giorno in più del fascismo.

È stato il vento che ha nascosto bambini donne uomini alla furia delle leggi razziali di Mussolini. È stato il vento che ha spinto in vigore la costituzione al primo giorno dell’anno ’48. È stato il vento che ha raggrumato il sangue della resistenza, perché avvenisse la sorte – in un sangennaro laico – che si sciogliesse e tornasse nelle vene del popolo e della Repubblica.

È stato il vento che ha fermato l’ondata di barbarie fascista, è stato il vento che ha condotto il criminale- evaso-scampato alla morte Pertini fino al Quirinale, sempre il vento che ha condotto Danilo Dolci e Peppino Impastato a camminare per la pace; il vento che vergò la lettera ai cappellani militari e portò il nemico della patria Don Lorenzo Milani a processo. Il vento del ’67.

È stato il vento, gira e gira, che ha gonfiato la vela di una barca sfasciata fino a Riace, nel ’98. È stato il vento che ha aperto le porte ai Kurdi, rianimato le case, riaperto le strade in un borgo quasi deserto. Il vento che ha convocato i popoli esclusi a Riace. È stato il vento che ha affermato l’umanità, redatto i documenti, progettato il mondo che verrà nella Calabria jonica. È stato il vento che ha suggerito il da farsi all’irregolare Mimmo Lucano, che ha trasformato una periferia nel centro dell’unico Mediterraneo possibile.

È stato il vento -diremo- che ha rovesciato il fascismo mai vecchio mai nuovo, sempre uguale a se stesso.

“È stato il vento” che rimetterà insieme il popolo della liberazione, che si opporrà alla logica concentrazionaria dei nuovi campi per poveri e stranieri; “è stato il vento” che innalzerà gli umiliati dalla leggi inique e rimanderà a mani vuote chi le ha pensate e votate.

“È stato il vento” che ridarà la casa a Mimmo Lucano senza-fissa-dimora. Il vento che metterà vita ai borghi, che riaprirà le scuole, che abbatterà le frontiere della terra e dei paesi che riabiteremo.  “È stato il vento” che ci rimetterà in cammino, tutti, felici, come nuovi sciami di scugnizzi,  per le trazzere le strade i viali le piazze dell’Italia liberata.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here