Prima è stata la bianca pollastra di Saba, quella che Lina -la moglie- tornando a casa dalle compere si arrabbiò a leggere. Che alle meravigliose creature di Dio l’abbia rassomigliata è un dono che posso prendere in prestito e dedicarti. Come i milioni di scale di Montale, da scendere insieme con gli occhi che guardano meglio dei miei. È un miracolo che un poeta non laureato abbia sceso così tante scale dandosi il braccio, perché ora posso scegliere quelle parole e dirtele. Ma sbaglio, perché è l’indicibile tutto quel che dell’amore si può dire, scrive Dante. Ed é questo che posso regalarti, il non dicibile amore che muove sole e stelle e fa le lingue mute.

Poi la furia di Orlando, la gelosia folle che sradica alberi e mette tempeste e porta visioni e oscura gli occhi, questo è un dono possibile quanto da non sperare. Venga pure, insieme, però, alla gelosia altera del Barone Cosimo Piovasco di Rondò, che si prese a morsi con Viola la Sinforosa e dopo lui conobbe lei e se stesso e lei conobbe lui e se stessa come mai si erano saputi. Pur sapendoci sempre, accada a noi di saperci così.

Ti porterò gli amori infelici di Pavese, per ricordare com’è che non va fatto, ma quel che non va fatto deve essere fatto, comunque, col cuore che sussulta come acqua nelle fontane e che apre strade e fa cantare le pietre. Che fortuna che i poeti abbiano recitato l’amore di lohn, per quando si è lontani posso dirti così la tristezza e la gioia dell’assenza più acuta presenza.

Qualcun altro lo ha detto, per fortuna, così non perderò l’amore che strappa i capelli, e avvenga come il Cantico tradotto da Ceronetti che mi abbeveri di baci la tua bocca, perché il tuo amore inebria più del vino.

Per dormire ti augurerò una buona e superba notte, come quella che ha scritto Merini, perché mentre i corpi dormono le anime abbracciate si gettino all’avventura, custodite l’una dall’altra.

Ti donerò le parole e i racconti che ho sentito e letto, come uno che torna sempre da un lungo viaggio , come al ritorno di un esilio di Ulisse coi doni di Alcinoo. E dei due amanti antichi di Itaca prendiamo la pazienza e l’ostinazione, muscoli dell’amore. Possiamo ereditare  da loro la fortuna di ritrovarci sempre e che tutto il ricordo, dopo lo squasso delle tempeste e delle invidie degli dei, sia felice come la luce e i profumi del Mediterraneo.

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