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Se fossi un viaggiatore, direi che il Corso Garibaldi di Reggio Calabria è il più schifoso d’Europa.
Direi schifoso perché brutto è un concetto troppo esteticamente raffinato, presuppone una
riflessione di qualche tipo in chi ha concepito lo smantellamento-la distruzione–il rappezzamento
del cuore della Reggio bella e gentile.
Se fossi in vena di giustizia tardiva, scriverei che il Corso più schifoso d’Europa serve a bilanciare il
km più bello d’Italia.
Se potessi essere sincero, direi che questa storia della Reggio bella e gentile è detta per
coglionare la gente e non esiste alcuna tutela della storia in città, eccetto che eventi spot e progetti
con navigazione a vista.
Se potessi scrivere semplicemente, senza dover passare per uomo di lettere, direi che pietra per
pietra, basola per basola, hanno insegnato alla gente che niente vale la pena, che tutto può essere
cambiato, che basta che arrivano i soldi e si dà un po’ di lavoro, che rinnovare a Reggio Calabria
vuol dire distruggere, dimenticare, usare la parola memoria per la retorica nelle manifestazioni.
Se fossi in possibilità di satira, scriverei che più che il terremoto poterono la Sovrintendenza e le
Amministrazioni comunali.
Se potessi esprimermi con efficaci forme popolari, direi che il Corso è una merda. Una grande
merda messa al centro della città, che sei costretto a pestare e ripestare nel tuo passeggio, per
ricordarti il motivo preciso per cui tanti se ne vanno, per inzaccherare ogni idea di bellezza, per
educarti al culto reggino del rabbercio.
Se possedessi un po’ di poesia, direi che il Corso perduto è la lingua tagliata di una città che “va
parlata”, perché lei, da sé, non può parlare: è sempre storia troncata. Non puoi averci confidenza,
intimità, familiarità con una città così, devi continuamente riscrivere la topografia delle emozioni,
destinare l’affetto per i luoghi alla nostalgia del perduto perenne.
Se fossi fatalista, direi che tanto è così che deve sempre finire: o arrivano i finanziamenti per
distruggere l’esistente; o l’esistente viene distrutto dall’abbandono e dall’incuria. Se fossi un
bagnante temerei per il destino del Lido Comunale.
Se potessi scrivere di pancia, senza dover argomentare, direi: questo Corso è fratello di ogni
cassonetto bruciato, di ogni sacco di immondizia gettato in strada, di ogni abusivismo, di ogni
sfascio edilizio condonato, di ogni cesso nelle fiumare. E’ come un fai-da-te alla reggina, però
bollato, firmato, autorizzato.
Se fossi uno psichiatra, dichiarerei che con il suo patchwork di brandelli e pezzi il Corso è il frutto
di incredibili schizofrenie dei progettisti e degli uffici pubblici.
Se fossi un malfidato, scriverei anomalie invece che schizofrenie e penserei ai soliti intrallazzi
reggini. O penserei che sono tanto arbitrarie e incoerenti le procedure che sembrano intrallazzi
anche quando e se non lo sono.
Se fossi un marziano, penserei che questo può avvenire solo in una città senza Università, senza
scuole, senza intellettuali, senza professionisti, senza tecnici, senza amministratori, perfino senza cittadini.

8 Commenti

  1. Ma perché? Ha fatto un giro all’interno del castello aragonese? Dove le Maestose pietre che ne formavano i muri fortificati sono stati ricoperti di uno strato di “tonichino a fracassino” come si usa per le faccoate esterne dei palazzi? Uno schifo

  2. Si suppone che la strada sia pedonale, bene, una donna che indossa scarpe con tacchi non puó camminare su quella superficie che certamente non viene voglia di calpestare nemmeno se si indossano scarpette da tennis.

  3. io desidererei sapere chi è il signor Pezzano prima di discutere del probabilmente discutibile Corso Garibaldi; il suo modo di disquisire è talmente grezzo e rozzo che ogni sua parola scritta mi sminuisce l’eventuale bruttezza delle cose di cui scrive, mi sembra tutto bello in confronto ai termini inadeguati che questo signore usa… non so chi sia e se è un reggino o no, certo è, per me, che tanto ha da imparare prima di pretendere di scrivere. Mi faccia e si faccia un piacere sig. Pezzano, spolveri il vocabolario e cerchi aggettivi e termini più accettabili se vuol essere letto con piacere. Se vuol solo essere letto perchè scrive “schifezza” ok, la capisco! Buon Natale!

    • Il signor Pezzano è intento a spolverare casa, mobili, vocabolari ed enciclopedia. Il signor PAzzano, ovvero l’autore dell’articolo, la ringrazia per il suo commento. Mentre continua a scrivere, ne farà tesoro.

      • Mi congratulo con il Signor Pezzano per la costruttiva critica e per l’efficacia dei termini adoperati per descrivere lo scempio attuato dall’amministrazione reggina del corso Garibaldi negli anni passati meta di passeggiata della gente bene di Reggio che come tante cose ormai scomparse è sparita anch’essa.

  4. Come non condividere e comprendere lo sdegno di chi ha scritto questa recensione a mio parere molto blanda. Saverio che mi rammarico di non conoscere meglio è persona colta e fa della sua gentilezza un dono alla nostra città. Ben altri apprezzamenti meriterebbero gli amministratori reggini che hanno brillato per inettitudine e incompetenza per quasi cinquant’anni. Non ho mai amato nemmeno in giovane età la passeggiata sul corso Garibaldi ma ricordo bene che era la meta abituale della cosiddetta Reggio bene quella stessa gente che oggi assiste impotente al degrado e alla distruzione di quanto di valido esiste ancora. Ringrazio Saverio per aver tentato di svegliare le coscienze dei reggini che continuano ad amare il destino ed il futuro della nostra città. Buon proseguimento di giornata a tutti.

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