trump

La vittoria di Trump è l’altra faccia del sogno americano. Il self made man: prima il nero venuto dal niente e poi il Tycoon venuto sempre dal niente (o giù di lì). Una volta la speranza, una volta la paura.

La vittoria di Trump anticipa ciò che accadrà in Europa. La vittoria di Trump spiega ciò che la sinistra sa già da tempo: che è bollita, finita. Affidando la leadership a personaggi votati al compromesso; al populismo; al taglio dei diritti verso il lavoro, la scuola, la sanità; alla limitazione della sovranità popolare; alle politiche di austerity… automaticamente si cede il campo alla paura. Populismo per populismo meglio quello Original, sanguigno, violento di Le Pen, Orbàn, Salvini.

L’ascesa di Grillo e di Salvini si spiega con la logica, a sinistra, del male minore. Renzi è il meglio che possiamo permetterci. Personaggi come Mujica sono visti, in Italia, come folklore, personalità di testimonianza e non di Governo: per governare serve la dote del compromesso, della demogagia. L’Italia di Guicciardini, mica è cambiata.

Le elezioni americane confermano all’Europa che è ora di un cambiamento. Subito. Prima che sia troppo tardi. Succederà? Certo che no. Renzi cercherà di fare il pugno duro con Juncker, tentando di fare (con equilibrio) il Trump de noantri, per recuperare qualche votino in ottica referendum. Al momento opportuno, però, chi vota sceglierà il populismo più verace: meglio di quello rassicurante e buonista, che comunque opera esclusioni, crea scarti, distrugge tutto ciò che è pubblico.

Si darà ancora una volta la colpa al suffragio universale, magari. Alla bestialità della gente. Il vero problema è che da tempo la sinistra ha smesso di dire la parola Popolo, di credere alla parola Popolo, di formare la parola Popolo. Lascia queste cose a personaggi considerati folkloristici e messi ai margini, alle foto vintage con le sagome di Gramsci e del Che.

La sinistra parla solo di elettori; e gli elettori vanno sempre dove li porta la paura, dove li conduce la convenienza immediata. Una volta per uno, una volta per un altro.

Ma, tornasse il Popolo!

 

Il Furibondo

 

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here