Le foto dicono da sé. I lavori del Corso sono ancora in progress ( o non si capisce se lo siano ancora) e tutto è già fatiscente. Il Furibondo ne ha già scritto qui. Quello che oggi colpisce è come l’evidenza dello sfacelo non solleciti in nessun modo alcuna Istituzione (ivi compresa l’Amministrazione Comunale) a prendere una posizione, fosse solo per recriminare sul passato e risalire all’origine di questo smacco per la città. Ciò che è brutto e scadente viene rivendicato come un successo, purché sia nuovo.
Dice l’esperienza che la questione della velocissima obsolescenza dei materiali al Sud genera appalti, commesse, lavoro, emergenza costante e necessità di rabberciamenti ad hoc. Modelli culturali che generano consenso populista.
Dello sfascio del Corso di Reggio ( l’eliporto Piazza Duomo non è escluso) nessuno è responsabile. Né la precedente Amministrazione, né i Commissari, né la presente Amministrazione. Men che meno la Soprintendenza. Dice il vocabolario che il contrario di responsabile è irresponsabile.
Saremo responsabili noi che scriviamo? Bene, condividiamo questa responsabilità con quella società di esperti, di intellettuali, di storici, di professionisti, di artisti, di cittadini che non riescono a fare rete per sollecitare un vero cambiamento per questa città.
Nel frattempo è tempo di Quaresima. Possiamo imputare la responsabilità del disastro del Corso allo Spirito Santo. Che è, per forza di cose, invisibile. Infatti non appare nei selfie, così come non appare alcuna Primavera.
Il Furibondo
Foto del sig. Mimmo Saccà