Quando passa la Storia occorre farsi trovare presenti. Soprattutto se sei il Sindaco della Città Metropolitana in cui la Storia si svolge. Invece, niente. Balle di fieno rotolano nel Consiglio Metropolitano di Reggio Calabria, rotolano libere nel vuoto del pensiero politico e culturale. Dice il celebre aforisma: Siamo nani sulle spalle dei giganti!

Ma Reggio Calabria è un luogo in cui i nani neanche sono in grado di riconoscere i giganti, figuriamoci salirci sulle spalle. Che Mimmo Lucano sia un gigante ce lo dicono la sua storia e il presente di solidarietà e sostegno che gli arrivano da belle persone di ogni parte del mondo. Falcomatà, sindaco della Città Metropolitana, semplicemente lo ignora. Che succede a Riace? Boh! Mentre Riace diventa città mondiale, il Sindaco della Città Metropolitana scompare ingurgitato dai catrami di Via Enotria.

Sarebbe bastato un gesto qualunque, perfino il classico politichese d’accatto “ Abbiamo fiducia nella Magistratura”, ma almeno dimostrare di riconoscere che qualcosa sta succedendo. Non si richiedeva a Falcomatà di fare politica o riflessioni di profilo istituzionale: per quello bisogna avere una certa formazione o essere come minimo Sindaco di Cerveteri.

A Falcomatà spettava (ormai è tardi) dimostrare di aver registrato un fatto avvenuto nel suo territorio, un avvenimento per cui sta avvenendo una mobilitazione internazionale.  Per una volta poteva cavarsi fuori dalle provinciali e autoreferenziali chiacchiere di Sintesi. L’ennesima occasione persa di una primavera che tarda ad arrivare.

Perfino Ponzio Pilato si presentò alla folla e certamente in una situazione del genere avrebbe espresso un comunicato generico e cerchiobottista, ma almeno avrebbe dato un segno di vita. Migliaia di persone giunte da ogni parte d’Italia e che hanno attraversato la sua Città Metropolitana non lo riguardano, neanche per una comunicazione di servizio.

Sarà per un’altra occasione, magari al prossimo concertino.

I politici saggi, quelli veri, riconoscono la Storia, quando passa. Gli altri tengono gli occhi bassi alla compilazione delle liste elettorali.

 

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