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Prima di tutto vennero a prendere l’acqua e la privatizzarono: mi sembrò giusto, perché il pubblico funziona poco e male; poi vennero a prendere le ONG, tutte e indistintamente: lo accettai, perché su una o due di loro c’erano sospetti; poi vennero a prendere gli stranieri alla Stazione di Milano: non ero uno straniero e non lo considerai un problema; poi presero i poveri e chi dava loro il cibo offendendo il decoro: non me ne preoccupai, perché decoro è una parola ordinata; poi presero a manganellate chiunque protestasse per gli stranieri e i poveri: io non ero tra questi, non lo considerai grave; poi chiusero un occhio ai raduni col saluto fascista: io non sono fascista, ma è giusto che ognuno sia libero di esprimersi, non vi diedi peso; poi delegittimarono e infamarono la solidarietà, infangarono ogni realtà che pretendesse giustizia e contestasse politiche di esclusione; poi dichiararono buonista e qualunquista chiunque muovesse critiche sensate al loro operato, non lo considerai grave; poi presero il lavoro e lo spogliarono di diritti perché fosse più flessibile, ammisi che poteva starci; poi presero la scuola e la trasformarono in modo che indottrinasse ad un lavoro senza diritti, pensai che lo voleva il mercato e bisognava farlo; poi salvarono le banche senza trasparenza e poi investirono in nuovi armamenti: dissero che anche queste erano azioni di sinistra, che lo chiedevano i tempi, lo ritenni giusto. Infine non vennero a prendermi, stavo già con loro almeno da un referendum e due primarie prima.

Il Furibondo

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