triv

di Dominella Trunfio –

Referendum del 17 aprile 2016 #notriv. Complice un governo latitante, una disinformazione diffusa e il fatto che quando si parla di fossili non tutti hanno ben chiaro il concetto, in questi giorni sono tantissimi coloro che ci chiedono: ma cosa devo votare al Referendum del 17 aprile? Più che suggerirvi cosa votare, anche se non dovrebbero esserci dubbi sulla scelta corretta da fare, spiegheremo punto per punto cos’è il Referendum e su cosa siamo chiamati a votare.

Referendum trivelle del 17 aprile: quando, come e dove si vota
Partiamo dalle basi: il Referendum è uno strumento di democrazia diretta e consente a tutti gli elettori di esprimersi su una determinata norma, senza intermediari. Si vota un solo giorno: il 17 aprile 2016 dalle ore 7.00 alle 23.00 nei propri seggi elettorali. Possono votare tutti i cittadini iscritti nelle liste elettorali che abbiano compiuto i 18 anni. Bisogna portare con sé la scheda elettorale e un documento di riconoscimento valido. In caso di smarrimento della tessera elettorale, l’elettore può richiederne una nuova presso l’Ufficio elettorale del proprio Comune.

Referendum trivelle del 17 aprile: come si vota all’estero
Gli elettori italiani residenti all’estero e iscritti all’Aire, ovvero l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, riceveranno un plico a casa. Possono poi partecipare al voto per corrispondenza, organizzato dagli uffici consolari italiani, tutti gli italiani che risiedono all’estero da almeno tre mesi per motivi di studio, lavoro o cure mediche.

Referendum trivelle del 17 aprile: come si vota
Sulla scheda elettorale gli elettori troveranno questo quesito:
Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?

Bisognerà dunque contrassegnare con un SI o con un NO la propria preferenza, infatti il Referendum è di tipo abrogativo, ovvero va a eliminare dalla norma SOLO le seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”.

Che cosa significa? Cerchiamo di capirlo assieme con un linguaggio semplice e poco tecnico.

Referendum trivelle del 17 aprile: cosa si vota?

L’oggetto del Referendum sono SOLO le trivellazioni effettuate entro le 12 miglia, quindi non parliamo di tutte le trivellazioni, ma delle 21 che sono localizzate entro queste miglia. Nello specifico:

7 in Sicilia

5 in Calabria

3 in Puglia

2 in Basilicata

2 in Emilia Romagna

1 nelle Marche

1 nel Veneto

Facciamo chiarezza. Ogni compagnia petrolifera estrae dalle piattaforme in mare per 30 anni prorogabili per due volte (5+5), in totale quindi si può estrarre al massimo per 40 anni o 45 (c’è l’ulteriore proroga di 5 anni).

Il Referendum sulle trivellazioni chiede di cancellare la dicitura “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”. In pratica, qualora non si raggiungesse il quorum o vincessero i NO le società petrolifere continuerebbero a estrarre gas e petrolio entro le 12 miglia marine dalle coste italiane senza limiti di tempo, ovvero al di là delle concessioni il giacimento verrebbe sfruttato fino a esaurimento.

Il Referendum si riferisce alle ricerche e le attività petrolifere in corso che non avrebbero così una scadenza certa. Mentre a oggi, utile ribadirlo, le società in generale non possono richiedere nuove concessioni per estrarre entro le 12 miglia.

Il Referendum trivelle del 17 aprile, in sintesi

Chi vota SI: decide di voler abrogare l’articolo 6 comma 17 del Codice dell’ambiente che prevede che le trivellazioni continuino fino a che il giacimento non si esaurisca. La vittoria comporterebbe che una volta scadute le concessioni, la piattaforma non venga più sfruttata. Il fronte dell’ambiente sostiene che votare SI è una scelta etica che preserva il nostro mare e i suoi abitanti, che trivellare i fondali non significa raggiungere l’indipendenza energetica perché, come ammette lo stesso governo italiano (che poi però invita all’astensione), le riserve certe di petrolio nei mari italiani equivalgono a 8 settimane di consumi nazionali. E ancora, secondo Greenpeace, tra i buoni motivi per votare SI c’è il diritto di scegliere di non far guadagnare solo i petrolieri (per estrarre petrolio le compagnie devono versare le cosiddette royalties e per trivellare i mari italiani si pagano le royalties più basse al mondo: il 7% del valore di quanto si estrae) e quello di puntare a un futuro energetico più sostenibile e free oil.

Chi vota NO: decide di lasciare la situazione inalterata: i giacimenti continueranno a essere sfruttati fino al loro esaurimento, anche dopo le concessioni. A sostenere il fronte del No oltre la maggior parte del Governo (d’altronde la norma fa parte delle Legge di stabilità del governo Renzi), molti industriali e sindacalisti. Secondo i vari comitati, con la vittoria dei Si si perderebbero posti di lavoro ( la Cgil sostiene i No). Viene poi contestato anche l’aspetto ambientale: per gli “Ottimisti e razionali” continuare a estrarre gas e petrolio limiterebbe addirittura l’inquinamento perché estraendo idrocarburi si evita il transito delle petroliere.

Tutte obiezioni che, ahimè, non trovano fondamenta strutturate, tant’è che il fronte del SI ha smontato una per una queste tesi. I disastri del passato dovrebbero poi farci riflettere. Un passato neanche tanto lontano, perché appena qualche settimana fa, la fuga di greggio a 120 chilometri da Lampedusa ha creato non pochi danni al mare, all’ambiente marino (nonché al turismo e alla pesca).

Andare a votare è un diritto e un dovere civico. E dentro la cabina elettorale l’unica domanda da farsi è: come immagino il mio futuro e quello del Pianeta? La risposta sta in una semplice crocetta.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here