genesi2

di Dario Nunnari-

In principio l’uomo avvertì la coscienza di sè e pensò: Sono.

E fu.

E disse: molto bene! E fu sera e fu mattina: I giorno
Pensato se stesso vide che era cosa tutto sommato buona e si accorse di aver creato il bene e lo chiamò bene, ma non gli parve cosa buona. Allora provò a creare ciò che non è bene e lo chiamò male e allora sì che il bene gli parve cosa buona. E fu sera e fu mattina: II giorno.
L’uomo si svegliò e disse: ho fame e sete. Gli diedero da mangiare e da bere e gli sembrò cosa buona e necessaria. E disse grazie. E gli altri dissero: grazie un cazzo: domani invece di dormire vieni a caccia con noi o non si mangia!
E crearono in un colpo solo: i bisogni primari, la colazione a letto, prima il dovere e poi il piacere, la sveglia e il lavoro salariato. E fu sera e fu mattina: III giorno
L’uomo divise il bisogno dal desiderio e gli parve cosa giusta, ma poi li confuse di nuovo e non se ne fece più nulla. Piuttosto separò la colazione dal pranzo e dalla cena. E gli sembrò cosa saggia.
E creò così il tempo e divise la puntualità dal ritardo e pentitosene amaramente disse: Sia punito con l’attesa il puntuale e con il cazziatone il ritardatario. Perplesso pensò: meglio che vado a coricarmi (il congiuntivo non era ancora stato creato) che oggi ho già combinato un sacco di minchiate.
E fu sera e fu mattina: IV giorno.
Ora la terra pullulava di uomini pieni di bisogni e desideri indistinguibili, allora l’uomo creò domanda e offerta, le quali creazioni, sfuggitegli di mano, generarono autonomamente sfruttati e sfruttatori e, da qui, oppressi e oppressori. L’uomo fischiettò fingendo di non essersene accorto e creò la bellezza, gli svaghi e l’amore: così, per confondere un po’ le acque.
E fu sera e fu mattina: V giorno
L’uomo si rallegrò parecchio del fatto che i suoi diversivi fossero stati apprezzati e risultassero molto efficaci ma iniziava ad annoiarsi di questi superpoteri e fu più volte sul punto di creare le dimissioni irrevocabili. Ci pensò su, ma l’unica cosa che ne venne fuori fu la creazione del compromesso, dell’ipocrisia e dell’attaccamento al potere.
E fu sera e fu mattina: VI giorno.
Quando fu il settimo giorno decise infine di riposarsi.
E riposandosi e ripensando alla settimana appena trascorsa creò senza rendersene conto la filosofia che osserva il creato e lo giustifica o lo contesta e con essa la politica che in virtù di quella lo governa.
E vergognandosi un po’ del casino creato si rimise al lavoro nonostante fosse il suo giorno libero e oramai a corto di fantasia creò una cosa a sua immagine e somiglianza che, indeciso sul nome proprio da dargli, chiamò genericamente dio.
Appena creato iniziò a lusingarlo adorandolo come creatore di tutte le cose e, vedendolo gongolante e distratto, create seduta stante dolo e premeditazione, gli scaricò di soppiatto anche la colpa di tutte le cose che non gli erano venute proprio bene condannandolo per di più alla responsabilità eterna.
Fatto questo in onore di sé si ritenne soddisfatto e scelta per sé stesso una più cauta natura mortale, peccatrice e irresponsabile si sentì finalmente libero.
Ma fu solo un attimo.

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