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 – di Gigi Ontanetti ( Piccolo Uomo) –

 

Siamo tutti diversi. È una lezione che dovremmo ripetere nelle scuole, nei luoghi di incontro, di lavoro, quelli della politica tutta e che la comunità cristiana potrebbe scrivere sui muri dei luoghi di culto, lasciando che il potere vaticano marcisca nelle sue contraddizioni.

Il razzismo (di ogni tipo) è solo una forma di dominio che garantisce il mantenimento del potere economico, culturale, politico e religioso, niente più. Al tempo di Stalin furono ammazzati o messi nei campi di concentramento quasi 600.000 Rom, parola che significa “uomo”. Motivo? Non erano affidabili perché il popolo Rom non aveva e non ha il concetto di “nazione” come noi lo intendiamo comunemente, quindi è inaffidabile e ingestibile … Così è accaduto con il nazismo. Tutto ciò che si presentava inaffidabile e ingestibile veniva soppresso nei modi più cruenti. Prima i ghetti, poi i lager e le camere a gas … Qualche storico si arrabbierà e dirà che questi passaggi sono superficiali e incompleti. Sta di fatto che ciò che affermo è ciò che è accaduto nella storia di ieri e non di ieri l’altro. Chi vuole intendere intenda …

Io Gigi Ontanetti, cittadino del mondo, amico della nonviolenza, lavoratore edile, educatore scout, dichiaro che sono illegittime tutte quelle leggi pur “democratiche” che limitano la libertà di movimento e permanenza di persone, uomini e donne non residenti in questo paese. Assecondare scelte discriminatorie di questo tipo, significa avviare un processo, tra l’altro già in corso, che porterà a ritenere illegale la presenza di uomini e donne non più in grado di garantire la propria sussistenza economica. Siamo davanti a un quadro sociale che già presenta fenomeni diffusi di miseria, cioè uomini e donne che oltre a non avere più la forza e la possibilità di poter garantire la propria sussistenza economica, hanno anche perso la propria dignità.

Questa situazione porta le persone a oltrepassare il limite. Il sottoproletariato non è morto, ha solo cambiato volto ed aumenta ogni giorno le proprie file. Come amico della nonviolenza, affermo che solo i processi decisionali maturati e condivisi, possono aiutare la società a scegliere un’economia e una giustizia che abbia come fine il rispetto del diritto.

Nel pensare e sentire come educatore e formatore, affermo che due sono gli obiettivi culturali che una società democratica dovrebbe avere come riferimento: quello di educare alla dimensione della fraternità e alla responsabilità individuale e collettiva, perché NESSUNO E’ PADRONE MA TUTTI SIAMO CUSTODI DELLA “TERRA” IN CUI VIVIAMO.

 

Nel 2008 Gigi Ontanetti si è chiuso in una gabbia, a Firenze, al piazzale Michelangelo. Portava la sua testimonianza contro i Cpt. Oggi che riaprono i Cie la sua testimonianza è ancora più profetica e necessaria.

Gigi Ontanetti ha vissuto l’infanzia e la prima giovinezza all’Isolotto negli anni 60. Quartiere povero, senza niente. Ha vissuto la nascita della comunità cristiana di base con don Enzo Mazzi e don Sergio Gomiti. E’ stato un operaio edile, specializzato nella costruzione di ponti. E’ stato consigliere comunale del Comune di Firenze. Un cattolico, un uomo di pace ed esponente del movimento “Beati i costruttori di pace”, era nel 1993 a Sarajevo e  negli anni successivi, per costruire percorsi di pace. Scout, è stato un testimone vero e puro dell’Agesci. Scomodo quanto si vuole, per fortuna.

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