menapace

Una partigiana di un metro e cinquantatré centimetri. Ha retto la Storia sulle sue spalle; la Resistenza ha corso sulle sue gambe. La sua biografia racconta di un impegno costante per la democrazia e in difesa di ogni minoranza. Oggi Lidia Menapace attraversa l’Italia per “ prendere parte”, ancora, alla difesa della Costituzione. L’abbiamo incontrata a Reggio Calabria*, questa è una sintesi dell’incontro pubblico.

Com’è nata la Costituzione, chi l’ha scritta?

La Costituzione non l’hanno scritta dotti giuristi, politici, personaggi di Governo. La Costituzione è venuta fuori dalle macerie della guerra, dal sangue, dai morti, dalla sofferenza del popolo. E’ nata dall’esigenza di dire “ Mai più ciò che è successo”. Io vi ho partecipato, come tutti quelli che hanno lottato per la libertà.

E la Riforma per cui si andrà a votare al referendum di Dicembre?

La parola Riforma legata alla Costituzione mi fa paura. Una Costituzione non si riforma. Oggi la parola Riforma è troppo simile alla parola Revisionismo: cambiare la storia e negare ciò che è avvenuto. Una Costituzione si vive. Noi italiani ne abbiamo, anno dopo anno, ceduto un pezzetto, non ce ne siamo accorti o non l’abbiamo reputato importante. Ci sembrava che, a limitare la libertà del popolo, a ricorrere continuamente alla soluzione del privato, a lasciare scegliere ai partiti i parlamentari, tutto sommato non si facesse un gran male: si pensava che ci fosse comunque la Costituzione a tutelarci. Invece la abbiamo indebolita e abbiamo rafforzato i suoi nemici. Li abbiamo lasciati governare. Li lasciamo governare.

Che tempi ci aspettano?

Io vengo dalla scuola fascista, la mia generazione viene da lì. Eppure, nonostante tutti fossimo continuamente indottrinati, è nato proprio in quel contesto il seme della libertà. E’ una forza troppo grande, non si può fermare. Io sono fiduciosa. Ma bisogna essere disposti a disobbedire.

Cioè?

Per tornare alla mia esperienza di scuola: la prima lezione era Obbedire; la seconda Obbedire; la terza Obbedire. Un giorno il maestro ci disse che bisognava onorare il Duce, la Patria e il Pane. Tornata a casa lo dissi a mia madre. “ Il pane”, ripetè, “ il pane. E il companatico?”. Per me quello fu un atto di ribellione, un invito a non abbandonare mai il senso critico. Mai. Il pane, va bene…e il companatico?

Sì, ma oggi? Non c’è una perdita di questo senso critico?

E’ che siamo abituati ad un altro tipo di omologazione. Oggi la comunicazione, soprattutto quella politica, consiste in uno che parla e negli altri che ascoltano. Ma io vedo che non è calma piatta, il mare fa le ondette. Anche questo dibattito sulla Costituzione è segno di un certo fermento, di un desiderio di partecipare. Non bisogna spegnerlo.

Proprio in questo dibattito si contesta la vicinanza di movimenti di sinistra, della stessa ANPI a Forza Nuova e Casa Pound…

Io so una cosa con assoluta certezza! La nostra Costituzione è antifascista! Se Forza Nuova e Casa Pound la difendono si vede che non l’hanno letta… Ma questo non toglie che io la debba difendere. E che la debba difendere anche chi è di idee diverse dalle mie. Il Referendum non è un fatto di Destra e Sinistra: è un fatto di sovranità popolare. La stessa sovranità popolare che oggi qualcuno vorrebbe limitare. La sovranità popolare è una ricchezza che rende comuni persone di tradizione diversa.

Vediamo che al dibattito partecipa con eccessiva presenza anche il Presidente emerito Napolitano…

Napolitano in questo momento non rispetta la Costituzione. Rompe la consuetudine di un Presidente emerito che lascia il campo al futuro. E’ sempre lì. L’ultima volta l’ho incontrato l’8 Marzo, alla manifestazione che ricordava i 70 anni del voto alle donne. “ E che ci fai qui?”, gli ho detto. E’ come se Benedetto XVI partecipasse ad ogni evento, come se si sentisse in dovere di commentare tutto ciò che dice Papa Francesco. In Napolitano c’è una pertinacia nel voler trasformare l’Italia in una Repubblica Presidenziale. Va bene, ammettiamolo pure, ma si segua la procedura! Invece no, lui briga dietro le quinte. E’ lui il coautore di questa Riforma illegale e incostituzionale!

Come vede questo momento delicato?

Come il momento in cui sta avvenendo il passaggio da una democrazia di rappresentanza a una democrazia di investitura. E’ una concessione che riscontriamo nei partiti, nel PD è già avvenuta, e adesso rischia di diventare il modello democratico del Paese.

Come è possibile invertire la rotta?

Partendo dalla parte della Costituzione meno realizzata: “ La sovranità appartiene al popolo”! Oggi si fa di tutto per mettere il popolo in condizione di sbagliare, in modo da consegnare la scelta alle elite, ai partiti. Scegliamo noi per voi. Si temono le autonomie locali, si vuole centralizzare. Ma questa è finanza, non è democrazia. La sovranità popolare è la grande sfida, oggi.

Come vede il dopo 4 Dicembre?

Bisognerà chiedersi: che fare? Molte cose, per tenere in piedi l’Italia.

E lei, cosa farà dopo questa battaglia per il NO?

Quello che ho sempre fatto. Io sono una ex-senatrice. Ma sono e resto una partigiana. In ogni cosa mi chiedo sempre: da che parte sto? E agisco, e prendo parte.

 

*L’incontro si è svolto nella Sala del Consiglio Comunale. Si è registrata, ad eccezione del Presidente del Consiglio Comunale, l’assenza clamorosa di rappresentanti istituzionali e di altri consiglieri. Del resto non era appuntamento di protocollo. Del resto Lidia Menapace rappresenta solo la storia della Repubblica italiana e il potere del libero pensiero, non il Potere tout court. Si sa, la Resistenza e la Costituzione sono temi bellissimi. A patto che se ne parli senza i partigiani e magari alle feste dell’Unità senza contraddittorio. O nelle manifestazioni vintage dove fa figo.

Il Furibondo

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